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In antropologia forense, l'analisi dei resti umani è condizionata dalla comprensione dei processi di rimodellamento osseo, nei quali il tessuto osseo più vecchio viene costantemente sostituito da tessuto osseo più giovane. Il turnover osseo condiziona fortemente l'assegnazione dell'età del decesso e la distinzione tra lesioni ossee ante- e post-mortem. Inoltre, stabilire il momento in cui una determinata lesione ossea ha avuto luogo può essere fondamentale nei casi forensi dove vi è una morte per trauma o una storia cronica di abusi fisici; anche qui una conoscenza approfondita del ritmi di rimodellamento osseo e di eventuali fattori che potrebbero condizionarli è fondamentale.
L'alcolismo è uno di quei fattori che risultano problematici per l'assegnazione dell'età e l'analisi dei traumi, perché gli effetti che esso ha livello osseo sconvolgono il normale ritmo di rimodellamento.
L'abuso di alcool e la dipendenza da esso (alcolismo), che fino a tempi molto recenti venivano considerate malattie distinte ma correlate, vengono ora entrambe denominate come Disturbo da Uso di Alcol (AUD), con manifestazioni lievi, moderate e severe. La diagnosi viene effettuata in relazione a undici criteri/sintomi fisici e mentali universalmente riconosciuti:
- L'alcol è spesso assunto in maggiori quantità o per un periodo più lungo del previsto
- Ci sono un desiderio persistente di alcol e/o sforzi senza successo di terminare o controllare l'uso di alcol
- Una grande quantità di tempo viene impiegata in attività necessarie ad ottenere alcol, o a riprendersi dai suoi effetti
- Si sente l'urgenza di assumere alcol
- Un uso ricorrente di alcol risulta nel fallimento nell'adempiere compiti quotidiani a lavoro, nello studio o a casa
- Vi è un uso continuo di alcol nonostante si abbiano persistenti o ricorrenti problemi sociali o interpersonali causati o esacerbati dagli effetti dell'alcol
- Importanti attività sociali, occupazionali o ricreative vengono abbandonate o ridotte per via dell'uso di alcol
- C'è un ricorrente uso di alcol anche in situazioni potenzialmente pericolose
- L'uso di alcol è continuato nonostante la consapevolezza di avere un ricorrente o persistente problema fisico o fisiologico che probabilmente è stato causato o aumentato dall'alcol
- Vi è assuefazione, data dal bisogno di quantità maggiori di alcol per raggiungere l'ubriachezza o gli effetti desiderati, o da effetti marcatamente diminuiti con il continuo uso delle medesime quantità di alcol
- Si soffre di crisi di astinenza, che vengono risolte con l'assunzione di ulteriore alcol o di sostanze simili come le benzodiazepine (psicofarmaci).
Gli individui che presentano due o tre degli undici sintomi vengono diagnosticati con una AUD lieve; coloro che ne presentano quattro o cinque vengono diagnosticati con una AUD moderata, mentre coloro che presentano cinque o più sintomi si considerano affetti dalla forma severa di AUD.
Tutte le malattie relative all'abuso di alcol sono da considerare disturbi bio-sociali, caratterizzati da manifestazioni sia psicosociali che biomediche.
Vi sono molti studi clinici che dimostrano come l'alcolismo abbia conseguenze anche a livello osseo. Nell'ambito forense, il numero di ricerche in tal senso è decisamente inferiore, nonostante sia stato provato che l'abuso di alcol condizioni i processi fisiologici nell'individuo vivente, e che di conseguenza esso può minare l'accuratezza di alcuni metodi antropologici forensi.
L'abuso di alcol ha effetti deteriorativi sull'osso, il che risulta in una sovrastima dell'età dell'individuo a livello microscopico. In altre parole, le ossa di un individuo alcolizzato giovane al microscopio sembreranno quelle di un individuo molto più vecchio. Le ossa di un individuo affetto da AUD sono osteoporotiche, "leggere", e con l'osso corticale notevolmente assottigliato, per via di una ridotta attività osteoblastica, cioè di ricostruzione ossea. Diversi studi hanno dimostrato che la formazione di osso nuovo è ostacolato da una massiccia e a lungo termine assunzione di alcol, che porta a demineralizzazione scheletrica, rottura della dinamica formazione-riassorbimento osseo, e osteoporosi. L'osteoporosi da alcol si nota soprattutto in uomini relativamente giovani, sotto i 40 anni, che hanno una massa ossea comparabile a quella di una donna in post-menopausa. Inoltre, mentre l'osteoporosi derivata dal normale invecchiamento è in primis causata da un'aumentata attività osteoclastica, l'osteoporosi alcolica è caratterizzata da un decrescere dell'attività osteoblastica, e la dimensione e la durata dell'abuso influenzano la gravità dell'espressione dei processi osteoporotici. Quando l'osso viene riassorbito ad un ritmo normale, ma il nuovo osso non viene rigenerato in quantità necessarie da prevenire la perdita di massa ossea, una diagnosi di osteoporosi alcolica è possibile. Inoltre, mentre l'osteoporosi causata dalla vecchiaia colpisce soprattutto l'osso trabecolare, quella derivante da abuso di alcol tende a colpire sia l'osso trabecolare che quello corticale.
Un individuo affetto da AUD presenta inoltre un numero maggiore di fratture, causate dalla relativa debolezza dell'osso, che quindi si rompe più facilmente, e dal generale stile di vita dell'individuo (se si è ubriachi si tende a cadere, a sbattere contro le superfici o a farsi involontariamente male); inoltre, la ridotta capacità osteogenica dell'osso, quindi l'incapacità di chiudere e sanare le fratture, le rende evidenti anche dopo anni e difficili da localizzare cronologicamente, perché in questi casi fratture anche lontane nel tempo sembreranno recenti. Questo potrebbe seriamente influenzare un'analisi antropologica forense, soprattutto nei casi in cui la stima dell'età o dei traumi è cruciale per la risoluzione del caso.
Un recente studio effettuato da Michael e Bengston (2016) ha mostrato un caso in cui la stima dell'età del decesso sia stata probabilmente alterata dagli effetti osteologici dell'abuso cronico di alcol. Il caso è quello di un uomo adulto i cui resti vennero ritrovati in un'area boschiva del Michigan nell'ottobre del 2000. Essendo la zona circostante scarsamente abitata il corpo venne presto identificato come appartenente ad un uomo sparito tempo prima da un villaggio vicino. Amici e parenti riferirono che l'uomo deceduto aveva sofferto di alcolismo per quasi tutta la sua vita.
Ignorando volontariamente il report della polizia, dove si attestava con certezza l'età dell'uomo, gli autori dello studio hanno prima cercato di stimare l'età del decesso con un'analisi macro e microscopica dei resti ossei. Per l'analisi istologica si è scelta l'area intorno al terzo medio del femore, da cui si sono estratte sei sezioni da 0.8 mm.
Dalle analisi macroscopiche dello scheletro l'individuo sembrava essere in età avanzata, ovvero maggiore di 60 anni. Tutte le ossa erano estremamente leggere, e presentavano diverse fratture in vari stadi di guarigione. L'esame radiologico ha mostrato anche assottigliamento corticale nelle ossa lunghe. Vi erano anche edentulia (mancanza di denti), ossificazione avanzata della cartilagine dello sterno, e lipping osteofitico estremo nelle vertebre.
Dall'analisi istologica invece l'uomo risultava avere 32 anni, quindi essere decisamente più giovane.
In realtà, l'uomo aveva 42 anni. Né l'età data dall'analisi macroscopica né quella data dall'analisi microscopica corrispondevano con l'età cronologica dell'individuo.
Nell'analisi macroscopica, le ossa presentavano caratteristiche che si ritrovano tipicamente in individui in età avanzata; nell'analisi microscopica invece, l'individuo risultava essere decisamente più giovane perché le sezioni ossee presentavano la densità di osteoni attribuibile ad un individuo di più o meno 30 anni. La "minore quantità" di osteoni è stata probabilmente causata dall'abuso di alcol, che ha rallentato i processi osteoblastici delle ossa, facendole quindi sembrare più giovani.
Inoltre, l'edentulia e il lipping osteofitico delle vertebre potrebbero essere dovuti a fattori bio-sociali secondari all'alcolismo (inabilità di prendersi cura di sé, accesso ridotto all'assistenza sanitaria, ecc), piuttosto che ad un'età avanzata.
Una tale discrepanza tra la stima macro e microscopica dell'età può essere un serio problema nelle investigazioni medico-legali, soprattutto in quelle in cui l'identità dell'individuo non è conosciuta.
In presenza di così marcate differenze di età nelle varie analisi, un antropologo forense potrebbe vederci una potenziale presenza di cause bio-sociali, come l'alcolismo; questo può in parte aiutare l'investigazione, in quanto forte segnale della presenza di fattori che vanno ulteriormente investigati e che possono quindi portare ad una più complessa ma più esatta identificazione dei resti.
Una grande lacuna nei pochi studi sugli effetti ossei dell'alcolismo è data dal fatto che gran parte di essi si sono concentrati sugli uomini. Uno studio di Laitinen et al. (1993) ha dimostrato che il contenuto minerale e la densità dell'osso non sono condizionati nelle donne giovani e di mezz'età affette da AUD, suggerendo quindi che l'osteoporosi non si presenta nelle donne alcoliste. Questo fa pensare che l'abuso di alcol abbia affetti differenti sul corpo a seconda del sesso, e che si necessiti dunque di ulteriori studi al riguardo.
Fonti:
- Chakalakal, D.A., 2005. Alcohol induced bone loss and deficient bone repair. Alcoholism: Clinical and Experimental Research, 29: 2077-2090
- Laitinen, K., Karkkainen, M., Lalla, M., Lamberg-Allardt, C., Tunninen, R., Tahtela, R., 1993. Is alcohol an osteoporosis-inducing agent for young and middle-aged women? Metabolism, 42: 875-881
- Michael, A.R., Bengtson, J.D., 2016. Chronic alcoholism and bone remodeling processes: Caveats and considerations for the forensic anthropologist. Journal of Forensic and Legal Medicine, 38: 87-92
- National Institute for Alcohol Abuse and Alcoholism. Alcohol use disorder: a comparison between DSM-IV and DSM-5 (2013) http://pubs.niaaa.nih.gov/publications/dsmfactsheet/dsmfact.pdf
- Sampson, H.W., 1998. Alcohol's harmful effects on bone. Alcohol Health and Research World, 22: 190-194
- Turner, R.T., 2000. Skeletal Response to Alcohol. Alchoholism: Clinical and Experimental Research, 24: 1693-1701
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