Source: Boston University School of Medicine |
Fondamentalmente, l'antropologia forense è necessaria per la stima del profilo biologico dell'individuo (età, sesso, etnia, statura) a partire dai suoi resti ossei, per l'individuazione di eventuali patologie e/o traumi, e per l'identificazione. Recentemente però l'antropologia è andata ben oltre, tanto da non essere più limitata alla mera conoscenza dell'anatomia scheletrica e delle sue variazioni; le competenze richieste all'antropologo sono di più ampio respiro.
Un tipico esame antropologico può includere: ricerca e recupero di resti umani, determinazione della natura ossea dei presunti resti (vi sono casi in cui alcuni materiali possano somigliare molto a delle ossa, pur essendo altro), determinazione dell'origine umana o animale delle ossa, valutazione dell'eventuale valore forense dei resti umani, stima dei vari parametri biologici, come sesso, età, etnia, statura, così come di anomalie scheletriche, patologie e altre condizioni, analisi dei traumi, e identificazione personale, eseguita di solito attraverso comparazione radiografica.
Il lavoro dell'antropologo forense oggi comprende anche una l'uso di una serie di tecnologie e strumenti in precedenza non direttamente associati allo studio dei resti umani. Tra questi, vi sono:
- la total station e il GPS per il recupero dei dati sul campo
- l'analisi spaziale e GIS (Geographic Information System)
- software di analisi metrica
- laser scanner
- fotografia specializzata, ad esempio all'infrarosso o all'ultravioletto
- spettrometria XRF (X-Ray Fluorescence), per conoscere i componenti di un elemento
- microscopia e istologia
- radiologia
- analisi degli isotopi stabili
- datazione al radiocarbonio.
L'antropologia forense non è sola in questa crescente sofisticazione. Non è più realistico per una laboratorio forense o un ufficio investigativo impiegare una serie di individui con un'ampia conoscenza in numerose discipline forensi. C'è il bisogno di esperti specializzati nei vari campi, che siano certificati e accreditati. Il livello corrente di complessità di molte scienze forensi (e la quantità e qualità di percorsi formativi ed esperienza necessari) richiede che i potenziali esperti forensi si specializzino e diventino esperti in un campo in particolare, spesso lavorando in collaborazione con altri esperti forensi, per interpretare al meglio le prove disponibili e per risultati il più scientificamente accurati. Anche per campi molto correlati tra loro, come possono essere patologia e antropologia, una formazione avanzata e specializzata è necessaria per acquisire l'appropriato livello di esperienza e raggiungere gli standard minimi per la certificazione. Gli esperti legali hanno stabilito che il dottorato in un particolare campo è considerato una qualificazione minima per gli scienziati forensi (Cooley, 2004).
Nonostante tutto, diversi scienziati credono che gli antropologi qualificati disponibili per consultazioni in indagini forensi siano troppo pochi. Alcuni addirittura suggeriscono che le conoscenze richieste per effettuare esami antropologici si possono acquisire con un anno aggiuntivo di studi (Obenson, 2014). Questo punto di vista sottovaluta moltissimo la complessità dell'antropologia forense e la sua piena applicazione all'investigazione medico-legale. Nonostante una conoscenza base dell'apparato scheletrico possa essere utile ai patologi, con un approccio di questo tipo non si avrebbero mai le informazioni necessarie per eseguire propriamente degli esami antropologici che vadano al di là delle basilari valutazioni scheletriche. E' richiesta invece una lunga e specializzata formazione, e sarebbe eccessivo se la si aggiungesse alla già estesa formazione di un patologo.
Più volte anche in questo blog ho segnalato corsi brevi in antropologia forense. Sebbene questi corsi rappresentino sicuramente un'ottima risorsa per un personale sviluppo professionale o delle proprie conoscenze personali, nessuno di essi mira a fornire una formazione sufficiente per qualificare chi vi partecipa ad eseguire esami antropologici dettagliati. Per diventare degli antropologi forensi qualificati, bisogna maturare molta esperienza e avere un livello di istruzione che va ben oltre la singola laurea.
L'ABFA, American Board of Forensic Anthropology, è attualmente la sola organizzazione accreditata per la certificazione di antropologi forensi qualificati. La certificazione prevede che il richiedente possieda un dottorato in antropologia (o un campo strettamente correlato, come biologia umana con specializzazione in biologia scheletrica), dimostri esperienza e contributi effettivi alla disciplina, superi un rigoroso esame scritto e pratico, e dimostri pratica continua e sviluppo professionale. Inoltre, la certificazione va ripetuta ogni tre anni.
Non tutti gli antropologi possiedono questa certificazione. Ci sono una serie di antropologi con esperienza ma non certificati, con almeno un master's degree in antropologia, che lavorano per dipartimenti di polizia e medici legali. Tuttavia, la certificazione dimostra un alto livello di esperienza e di capacità, e può essere particolarmente di aiuto in tribunale, soprattutto nei casi più delicati come quelli di omicidio, per i quali spesso l'impiego di antropologi certificati è esplicitamente richiesto. Questo dimostra che chi ha fatto un solo anno di training addizionale non può possedere le stesse competenze di un antropologo che si è formato per anni.
In gran parte dell'Europa, escludendo il Regno Unito, l'antropologia forense è attualmente praticata da persone che hanno altre formazioni come patologia, anatomia, archeologia, e biologia (Cattaneo, 2007). Tuttavia, la FASE, Forensic Anthropology Society of Europe, recentemente ha sviluppato un sistema di certificazione in antropologia forense che richiede un dottorato o un master's degree, esperienza in antropologia, e un esame scritto e pratico. Questo sistema, come per l'ABFA, aiuterà a standardizzare la formazione e l'esperienza degli antropologi in Europa, facilitando il riconoscimento e la disponibilità di esperti qualificati.
Un altro problema che spesso i dipartimenti di polizia, gli uffici investigativi e i laboratori forensi si pongono è che assumere a tempo pieno un antropologo risulterebbe dispendioso, perché solitamente i casi di ritrovamenti di resti ossei non sono frequenti, a meno che non si tratti di metropoli come New York, dove vi sono antropologi forensi che fanno parte dell'organico e sono impegnati ogni giorno in analisi antropologiche. Anche questa però è un'opinione errata. Infatti, vi sono diverse ragioni per cui servirsi delle competenze di un antropologo non richiede sempre enormi somme di denaro.
Spesso gli antropologi hanno una formazione olistica che permette loro di ricoprire altri ruoli oltre a quello di antropologo, così da risultare "conveniente" assumerne uno in maniera permanente. Molti antropologi possono ricoprire il ruolo di medicolegal death investigator, direttore delle operazioni nei disastri di massa, responsabile dell'identificazione, coordinatore per il recupero dei tessuti, per citarne alcuni. Vi sono anche organizzazioni che hanno lo scopo specifico di servire la legge e le investigazioni medico-legali. Nel caso degli Stati Uniti, ad esempio, l'FBI Laboratory fornisce esami forensi, inclusi quelli antropologici, per dipartimenti di polizia e medici legali a livello locale, statale, federale e internazionale, e il vantaggio è che trattandosi dell'FBI, sono le tasse dei contribuenti a sostenere i costi, e non i privati. Un esempio analogo è il Central Identification Laboratory of the Defence POW/MIA Accounting Agency, o DPAA, gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.
Inoltre, molti antropologi che lavorano già come ricercatori/professori in un Università offrono servizi ad un costo ridotto, perché considerati un servizio per la comunità o un'opportunità per far fare pratica a studenti di master o quasi sempre a dottorandi. In alcuni casi, come nella determinazione dell'origine umana o non umana dei resti, la cosa può risolversi in maniera preliminare o addirittura definitiva con la cosiddetta "telemedicina": fotografie di alta qualità dei resti in questione vengono inviate all'antropologo, la cui opinione è fondamentale per il corso dell'investigazione. Se i resti sono umani, vi saranno ulteriori analisi, se sono non umani, il caso è chiuso. Se i risultati fotografici sono inconcludenti o se vengono richieste informazioni ulteriori, i materiali possono essere spediti all'antropologo per un esame diretto. Casi complessi che prevedono pene importanti, come gli omicidi, possono richiedere che l'antropologo esamini direttamente le prove o sia fisicamente presente sulla scena.
In conclusione, nonostante l'idea (sbagliata) che un consulto antropologico sia difficile da ottenere per via della disponibilità di un esperto o dei costi, oltre ad esserci un numero sufficiente di antropologi disponibili per le investigazioni forensi, c'è una varietà di meccanismi per ottenere servizi antropologici. Inoltre, data l'estesa formazione ed esperienza richieste per ottenere la qualificazione in questo campo, le analisi effettuate da antropologi qualificati sono da ritenersi le più valide. Ottenendo e mantenendo la loro esperienza individuale e lavorando insieme, gli specialisti forensi in patologia e antropologia, così come in altre discipline, possono raggiungere i risultati più scientificamente affidabili nelle investigazioni medico-legali.
Fonti:
- Cattaneo, C., 2007. Forensic anthropology: developments of a classical discipline in the new millennium. Forensic Science International, 165:185-193
- Christensen, A.M., Passalacqua, N.V., Schmunk, G.A., Fudenberg, J., Hartnett, K., Mitchell, R.A., Love, J.C., DeJong, J., Petaros, A., 2015. The value and availability of forensic anthropological consultation in medicolegal death investigations. Forensic Science, Medicine and Pathology, DOI 10.1007/s12024-015-9687-3
- Cooley, C.M., 2004. Reforming the forensic science community to avert the ultimate injustice. Standard Law & Policy Review, 15 (2): 381-446
- Obenson, K., 2014. In consideration of subspecialty training in forensic anthropology for pathologists. Forensic Science, Medicine and Pathology,10: 114-115
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