Tomografia computerizzata di un cranio con ferita da arma da fuoco. Source: Institute of Forensic Medicine, University of Zurich |
Le morti per trauma sono quelle causate da incidenti automobilistici, da colpi di arma da fuoco, da taglio, e da corpo contundente, da pestaggi, cadute da grandi altezze, affogamento, strangolamento o impiccagione, e ustioni gravi. I traumi fisici sono una delle principali cause di morte, e in questi casi la classica autopsia è il metodo standard di investigazione utilizzato.
Nonostante la sua comune applicazione, l'autopsia rimane ancora un metodo controverso per alcuni, vista la sua natura invasiva: infatti, in molti casi capita che i parenti delle vittime rifiutino di autorizzare un esame autoptico, proprio per evitare un trattamento tanto invasivo del corpo. Per questo da anni si cerca di trovare delle valide alternative all'autopsia tradizionale. Le tecniche di imaging biomedico, in particolare tomografia computerizzata e risonanza magnetica, sono considerate le più valide alternative all'autopsia, in quanto più veloci e assai meno invasive.
L'imaging biomedico post-mortem viene utilizzato da decenni nella medicina forense. Dall'introduzione della tomografia computerizzata negli anni '70 e della risonanza magnetica negli anni '80, queste due tecniche sono migliorate notevolmente e sono diventate un metodo diffuso per le investigazioni forensi, tanto che il post-mortem imaging o autopsia virtuale è diventata una disciplina forense a sé. L'autopsia virtuale ("virtopsy"), soprattutto negli ultimi anni, ha spesso dimostrato di essere un ottimo metodo d'indagine da affiancare all'autopsia classica, e di poter sostituirla del tutto in alcuni casi.
L'imaging post-mortem presenta molti vantaggi se comparato all'autopsia convenzionale. Non è invasivo, permettendo un'analisi degli organi in situ senza la distruzione dei tessuti; di conseguenza, i parenti delle vittime non hanno ragione di rifiutare un'autopsia virtuale. La virtopsy offre anche l'opportunità di conservare immagini dettagliate per anni, che possono essere utilizzate per lo studio dei traumi, la formazione e la ricerca. Inoltre, l'autopsia convenzionale può essere molto lunga, e certe parti del corpo come collo, schiena e pelvi rimangono spesso difficili da valutare.
Fino a tempi recenti, l'uso della tomografia e della risonanza post-mortem era limitato, perché condizionato dai lunghi tempi di esame e dalla difficile ricostruzione di slice (le immagini a "fette" prodotte da TAC e RM, che "fotografano" ogni strato corporeo) relativamente spesse, il che risultava in una bassa sensibilità per l'individuazione delle lesioni. Recentemente invece, il rapido avanzamento della Multidetector Computed Tomagraphy, che produce più slice contemporaneamente e velocizza di molto il processo, la maggiore disponibilità delle macchine per la risonanza magnetica, e la rapida evoluzione dei software di post-processing (ad esempio per le ricostruzioni in 3D) hanno contribuito al grande valore dell'imaging in campo clinico e forense.
Un team di ricercatori olandesi ha effettuato una ricerca, che verrà pubblicata a breve su Forensic Science International, che mira a capire se le attuali tecniche di post-mortem imaging possono essere usate come alternative totali all'autopsia convenzionale nei casi di morte per trauma. I ricercatori hanno consultato tutti gli articoli disponibili su morti per trauma e lesioni analizzate con TAC, RM e autopsia, pubblicati tra il 2008 e il 2014, per capire quale in media sia il metodo migliore e se vi siano eventualmente specifici ruoli che ogni tecnica può avere nell'investigazione forense.
Tutti gli autori degli articoli consultati concludono che la tomografia computerizzata evidenzia le lesioni scheletriche in modo più chiaro rispetto all'autopsia, specialmente in quelle aree come viso, pelvi ed estremità (mani e piedi), che solitamente sono di difficile accesso durante una dissezione. Anche le fratture, in particolare quelle comminute del cranio, vengono illustrate molto meglio in tomografia, così come i traumi delle vertebre cervicali legati a lesioni della gola causate da strangolamento o impiccagione. In contrasto con la buona performance per le lesioni scheletriche, in media le lesioni agli organi e ai tessuti molli (ad esempio gli ematomi) spesso non vengono individuate dalla tomografia e dalla risonanza magnetica. L'autopsia convenzionale rimane dunque il metodo più efficace per l'individuazione delle lesioni agli organi, soprattutto toracici e addominali.
Sono un'eccezione le patologie che vedono la presenza di gas, come embolia gassosa, pneumotorace e pneumomediastino, le quali solitamente non vengono individuate in un'autopsia convenzionale; spesso, nei casi in cui esse vengono ritrovate durante un'autopsia, è perché si sospetta già una patologia di questo tipo. La tomografia e la risonanza invece individuano anche piccole quantità di gas presenti nei tessuti molli e nei vasi sanguigni, quindi risultano essere superiori all'autopsia nell'individuazione di patologie legate alla presenza di gas.
Da queste considerazioni si può concludere che sebbene la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica abbiano un enorme potenziale e siano effettivamente più efficienti nei casi di lesioni scheletriche e di tipo gassoso, esse non possono essere utilizzate come alternativa totale alla normale autopsia. Si devono invece considerare le tecniche di imaging biomedico come un supplemento essenziale all'autopsia, in particolare nei casi di morte per trauma. Solo nei casi in cui l'autopsia non sia disponibile o non venga autorizzata dai parenti della vittima, la TAC e la RM costituiscono un'alternativa adeguata che individua gran parte delle lesioni.
Fonti:
- Jalalzadeh, H., Giannakopoulos, G.F., Berger, F.H., Fronczek, J., van de Goot, F.R.W., Reijnders, U.J., Zuidema, W.P., 2015. Post-mortem imaging compared with autopsy in trauma victims. A systematic review. Forensic Science International, doi: 10.1016/j.forsciint.2015.07.026
- Scholing, M., Saltzherr, T.P., Fung Kon Jin, P.H., Ponsen, K.J., Reitsma, J.B., Lameris, J.S., 2009. The value of postmortem computed tomography as an alternative for autopsy in trauma victims: a systematic review. European Radiology, 19 (10): 2333-2341
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